venerdì 20 maggio 2016

Gli Spazi Contemplativi: un nuovo approccio alla progettazione (*)


Pratiche contemplative: arre applicative e tipologie spaziali connesse.  Immagine di Giuseppina Ascione
L’omeostasi (fisiologica) è la capacità del nostro corpo di adattarsi costantemente alle condizioni ambientali circostanti. Questi adattamenti del corpo, necessari per la nostra sopravvivenza, operano attraverso una serie complessa di reazioni metaboliche. Sudiamo quando abbiamo caldo  e abbiamo sete quando l'ambiente circostante è troppo secco, e tutto questo per raggiungere equilibri dinamici che richiedono continui cambiamenti. Molto spesso tali cambiamenti avvengo senza che noi ne siamo consapevoli, e solamente nel caso di variazioni improvvise e intense noi avvertiamo la sensazione di sentirci meglio o peggio, a seconda di quanto il nuovo stato di equilibrio  risulti benefico o stressante.
Esiste una forte analogia tra il modo in cui la nostra mente ed il nostro corpo reagiscono ai valori alle caratteristiche ambientali ed è per questo importante che i progettisti siano consapevoli del fatto che una specifica  scelta di determinati attributi spaziali può determinare altrettanto specifici stati mentali degli occupanti, siano essi di tipo emotivo, cognitivo o relazionale.
Le chiese sono i primi esempi di progettazione che sfruttano parametri fisici per evocare uno stato mentale particolare. Nelle culture cristiane, questi tipi di edifici sono stati costruiti con l'obiettivo di consolidare la fede in un ente superiore e di spingerlo in un atto di dipendenza e umiltà attraverso la manifestazione di riti collettivi.  
John P. Eberhard nel suo libro (1) distingue gli "spazi spirituali" dagli "spazi sacri": i primi sono designati a scopi religiosi mentre i secondi cercano esclusivamente di evocare al visitatore sensazioni trascendentali. In entrambi i casi, però, siamo ben lontani da quello che uno stato contemplativo della mente è, vale a dire un’osservazione profonda del proprio  stato mentale.

Sala di preghiera/meditazione all'aeroporto di Monaco. Foto di Giuseppina Ascione
Ogni attività legata alle diverse destinazioni di uso, siano esse riferiti a scuole, a uffici, a centri commerciali, ecc.,  richiederebbe uno spazio contemplativo specifico per una specifica pratica di meditazione. La meditazione migliora la qualità della nostra vita non solo perché aiuta a liberarci dai cattivi sentimenti legati allo stress, l’ansia e la depressione, ma è addirittura strumentale al raggiungimento o miglioramento delle competenze specifiche richieste. Una breve pausa dedicata alla cura della propria persona, e che non sia solo di tipo fisico, può aiutare nel lavoro a rigenerarsi mentalmente e aumentare la creatività, mentre nelle scuole i bambini sono aiutati a raggiungere un migliore stato attentivo e bilanciare gli impulsi alla iperattività. 
Le acquisite capacità di trasformazione e di sviluppo derivanti da pratiche contemplative , unite all'ondata innovativa portata dalla tecnologia invisibile, e sulle basi di un progresso più sostenibile e responsabile, stanno cambiando l'identità di essere umano, il quale sente la necessità di comprendere e definire meglio  la sua individualità  al fine di poterla meglio controllare. 
Una nuova routine giornaliera - immagine di Giuseppina Ascione
Gli effetti benefici della contemplazione in ogni aspetto della nostra vita sta per arricchire la nostra routine quotidiana e diventare una attività fondamentale come il mangiare ed il dormire. Ciò significa che l’intero programma e paradigma progettuale va rivisitato  per poter affrontare la nuova complessità. Le variabili di riferimento per questo cambiamento sono diverse ed interagenti: le diverse aspettative performative, i diversi background culturali, i relativi profili psicologici individuali vanno tutti coordinati con la scelta tra le diverse pratiche  contemplative di riposta ad ogni singolo caso.

Giuseppina Ascione
Note 1: "Brain Landscape. The Coexistance of Neuroscience and Architecture" John Paul Eberhard, Oxford 2009

(*) puoi leggere lo stesso articolo anche su www.neuroarchitectura.com . Il blog sta lentamente traslocando 

Contemplative Spaces: towards a new design approach (*)

Meditation practices : spacial attributes and  outcomes - image by Giuseppina Ascione


Human homeostasis is the capacity of our body to constantly adjust to environmental conditions. These bodily adjustments are optimized for survival, and they operate through a complex set of interacting metabolic reactions. We sweat when we are hot, and we need to drink when the surrounding environment is too dry. It is about a dynamic equilibrium, where changes happen constantly. We are not always aware of these changes, except when they are sudden and large, leading to positive or negative bodily responses depending on how much the new environment leads to comfort or stress.
Physically, the environment can strongly influence the mental aspects of its occupants. Designers can take advantage of such potential to modulate different mental attributes, be they emotional, cognitive or relational.
Churches are the first examples of design exploiting physical parameters to evocate a specific mental status. In the Christian cultures, these types of buildings have been built with the goal of inducing a stronger sense of belief and a drive towards a superior entity in a collective ritual. John P. Eberhard makes a distinction, in his book (1), between “spiritual spaces” and “sacred spaces”: the first being designated for some religious purpose and the second being defined as any space that evokes special transcendent feelings within the visitor. But in both cases we are far from a contemplative state of mind is, that is to say a self-observation over mental state.




Meditation/Pray room at Munich aeroport  photo by Giuseppina Ascione


Therefore contemplative spaces are not to be considered as isolated building typologies, just like churches or sanctuaries, but as integrated accessories for different building uses.
Usually, we are familiar with the idea of architecture that speaks to occupants and directs them towards the activity they are involved in, suggesting movements and actions. Less common is an architecture that “listens” to its occupants, giving people the opportunity to reach a climax to digest what they receive passively during their staying, and letting them complete actively their own personal experience.
Every performance and activity related to different building uses (commercial, institutional, educational, etc.) will require a specific contemplative space for each meditation practice.  Meditation improves the quality of our lives not only because it helps getting rid of bad feelings related to stress anxiety and depression, but it is instrumental to achieve or improve specific required skills. In working environments a short break devoted to the practice can help staff recover from mental fatigue or improve creativity, while at schools kids can balance hyperactivity with improved concentration.
The transformative and developing capacities deriving from contemplative practices, joint to innovation brought from invisible technology,  on the basis of a more  sustainable  and responsible progress, are changing the identity of a human being who is willing to understand and define his individuality in order  to get  control over it. The beneficial effects of contemplation in every aspect of our lives will enrich our daily routine and become an activity just like eating and sleeping.
A new Daily Routine - Image by Giuseppina Ascione
The implications infer that there is a lot of work ahead to define a brand new design agenda, a new chapter to face the complexity that different cases and variables represent: different performance expectations, various cultural backgrounds, individual psychological profiles, all to be coordinated with as many solutions as each singular issue can get. 
Giuseppina Ascione


Note 1: "Brain Landscape. The Coexistance of Neuroscience and Architecture" John Paul Eberhard, Oxford 2009
(*) - you can read this also on www.neuroarchitectura.com . The blog is slowly moving there