Il campo interdisciplinare che unisce Neuroscienze e Architettura non fa altro che legittimare un antico percorso di ricerca sui profondi legami tra la nostra capacità interpretativa e gli stimoli percettivi che ne sono causa.
Marco Vitruvio Pollione, riferimento poi per Leon Battista Alberti nel quindicesimo secolo, riportava il seguente passo nel suo "De Architectura" scritto intorno al 15 a.C. :
Uomo Vitruviano |
"...L'architetto deve avere infatti nozioni di geometria, matematica, ottica ed acustica. Deve conoscere la legge, poiché la costruzione deve seguire precise norme; la teologia, nel caso di edificazione di templi, affinché questi siano graditi agli Dei; l’astronomia, poiché particolari tipologie di edifici, soprattutto i luoghi di culto, debbono tenere conto della posizione degli astri; la meteorologia, in relazione al microclima del luogo di costruzione;l’anatomia e la medicina, poiché si costruisce per la vita dell'uomo. L’architetto deve dunque conoscere le proporzioni umane, e tenere in conto illuminazione, arieggiamento e salubrità di città ed edifici. Deve inoltre possedere una vasta cultura generale, anche filosofica."
Certamente il bravo architetto, colui che sa ben orchestrare
i diversi paradigmi dello spazio, esiste e si esprime da sempre. Nei secoli scorsi si sono realizzati capolavori
che conservano il loro valore resistendo le mode dei tempi. L'intuizione
geniale, che sopperiva alla mancanza di prove scientifiche e dati tangibili, ha guidato i progettisti e
artisti fino a ieri, e cioè fino a quando lo sviluppo delle neuroscienze ci ha permesso di
entrare nei meandri dei processi cognitivi e di conoscere i meccanismi
sinaptici che legano non solo la visione, ma l'olfatto il tatto e l'udito ai
vari stati emotivi, creativi, cognitivi, operativi del nostro cervello.
Semir Zeki e Vilayanur Ramachandran, entrambi neurobiologi, dediti principalmente agli aspetti visivi della nostra percezione, sono stati i primi a
fornire basi ad un processo, ancora in atto, di teorizzazione delle discipline che riguardano il mondo costruito e che sono tutte legate fra loro: l'architettura, l'urbanistica, l'ergonomia. Senza andare
nei dettagli delle loro teorie si può con certezza affermare che il processo percettivo e cognitivo non è un processo seriale e legato a
funzionamenti circoscritti dell cervello,
ma parallelo, legato a sinapsi che intercorrono in più aree contemporaneamente
quanto più è complessa l'attività cerebrale coinvolta.
Neurone al microscopio |
Walter Gropius |
Questa, sulla scia dell'analisi della teoria della percezione di W. Gropius e l'eco della sua pubblicazione "Is there a sience of Design” del 1947, esprimeva inequivocabilmente la necessità di comprendere il design sulla base di ricerche obiettive.
La Gestalt però soffrì della sua difficoltà a misurarsi con il metodo sperimentale nascente e alla fine degli anni 70, il movimento lentamente si spegneva, anche se mai del tutto...