Non solo"smart".Per una città antropocentrica
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Quando si dice "Smart City" l'idea immediatamente associata è quella di una metropoli densa, digitalizzata, interconnessa, efficiente soprattutto per l'ottimizzazione dei consumi energetici e l'informazione condivisa in tempo reale. Il tutto è al servizio delle istituzioni, delle aziende e, in ultimo, del privato cittadino. Tralasciando la questione su quanto questo sia vero sulla carta e quanto nella realtà, c'è da osservare che il modello "intelligente" trascura quello che dovrebbe essere il principale obiettivo della pianificazione territoriale: il benessere spirituale e sociale, nonché intellettuale, del cittadino. L'agglomerato, sia esso urbano che rurale, è espressione e testimonianza della cultura di un luogo, e, in quanto tale, detiene la responsabilità di gestire e governare una vita sociale salubre, attraverso l'espressione di valori etici e spirituali che si esprimono con segni, suoni, odori.
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Montreal - Luminoterapia (via www.landarchs.com) |
Questa semplice considerazione fatta solo sulla esperienza visiva ci fa capire l'importanza che un determinato contesto urbano può avere sulla caratterizzazione di un gruppo, di un popolo.
Se consideriamo il fatto che l'esperienza di noi umani è sempre multisensoriale, si intuisce che la responsabilità che ci investe nella definizione degli spazi urbani è enorme, nonostante si stimi che impieghiamo mediamente solo il 10% della nostra giornata negli spazi esterni. E se è vero che la complessità che pervade le metropoli apre a problemi di carattere pratico e numerico, come la gestione dei flussi e la distribuzione dei beni, è necessario anche adoperare strategie del design urbano per migliorare il benessere psicofisico dell'individui, prevedendo e definendo un "mentalscape" (2) positivo.
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SouthBank arbour Brisbane (via landarch.com) |
Una città in armonia con il nostro benessere mentale può strumentalizzare i suoi elementi per offrire una positiva esperienza estetica: il passeggio lungo le strade, l'accesso ai mezzi di trasporto, le pause e le soste,che venga fatto in modo consapevole o non, possono diventare delle vere e proprie pratiche contemplative che ci aiutano a vincere le ansie, a gestire lo stress, a modulare le emozioni, a migliorare le nostre capacità intellettive.
Giuseppina Ascione
Note:
(1) Antonio R. Damasio, L'errore di Cartesio. Emozione, ragione e cervello umano, Adelphi, 1995
(2) Marteen Jacobs, The production of mindscapes: a comprehensive theory of landscape experience, 2006
Giuseppina Ascione
Note:
(1) Antonio R. Damasio, L'errore di Cartesio. Emozione, ragione e cervello umano, Adelphi, 1995
(2) Marteen Jacobs, The production of mindscapes: a comprehensive theory of landscape experience, 2006
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