foto di Nicola De Pisapia |
L’ambiente costruito influenza
le nostre percezioni, le nostre emozioni, le nostre capacità d’interazione, i
nostri sogni e le nostre personalità. Tutti questo processi - di cui gli
architetti ne intuiscono i meccanismi – trovano il loro substrato ultimo nel
nostro sistema nervoso. Le neuroscienze legano la nostra esperienza quotidiana
alle percezioni multisensoriali ed al modo con cui esse si trasformano in
emozioni, empatie e comportamenti complessi. Qual è il motivo per cui figure
simmetriche risultano piacevoli, qual è il meccanismo che ci rende estasiati di
fronte ad una volta decorata, come mai una certa tonalità di luce ci rende più
propensi a socializzare oppure ad isolarci? Molte sono le domande d’interesse
architettonico a cui le neuroscienze cominciano a dare risposte, ma tante ancora
sono quelle che non hanno una spiegazione.
L'architettura è stata da sempre considerata una disciplina tesa a
rendere la vita degli individui più confortevole, rispondendo alle loro
esigenze. La sua utilità ha rappresentato la caratteristica essenziale, ma quando
le speculazioni sul tema sono incominciate a diventare più sofisticate, sono
state pretese prestazioni più complesse per soddisfare esigenze spirituali
oltre fisiche di semplice dimora.
I risultati delle ricerche neuroscientifiche degli ultimi decenni
hanno permesso di entrare nei meandri dei processi cognitivi e di conoscere i
meccanismi neuronali che legano i nostri sensi ai vari stati emotivi, creativi,
cognitivi, e operativi del nostro cervello.
La complessità derivante sia dalla multidisciplinarietà che dalla
giovane età di questo campo di ricerca necessita di un atteggiamento prudente e
collaborativo. Non esiste un nuovo decalogo fisso e universale per il
costruito, ma esiste un contesto in cui s’interviene e si cerca di risolvere ed
analizzare di volta in volta le esigenze degli occupanti e della committenza,
in una visione dello spazio inteso come strumento attivo e proattivo
nei confronti delle attività che si svolgono in esso.
1 commento:
A parte qualche imperfezione estetica del testo (nella connessione tra parole/neuroni...), il blog può essere davvero utile alla diffusione di un nuovo modo di concepire l'architettura, e non solo!
Brava Giusi: è un bel sentiero da esplorare...;-)
Sandro
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